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Censis: sanità, positivo il giudizio degli italiani

In merito agli infermieri oltre il 75% esprime un giudizio positivo, e tale quota rimane elevata in modo trasversale al corpo sociale e alle aree geografiche. La positiva visione che degli operatori sanitari hanno i cittadini si riflette anche in una percezione sociale che le rende professioni attraenti; infatti, oggi volere fare l’infermiere è per gli italiani una scelta giusta: per il 76,6% perché è una professione con un alto valore sociale e di aiuto verso gli altri, e per il 47% circa perché consente di trovare facilmente un’occupazione.
Ma cresce anche la sfiducia dei cittadini nell’attuale sistema di welfare: il 63% ritiene che non offre una buona copertura per i diversi rischi, per il 75% non riesce a contenere le diseguaglianze sociali, per il 79% costa troppo al bilancio pubblico. Considerati questi presupposti, non stupisce che per l’86% degli italiani il welfare debba essere assolutamente cambiato per rispondere meglio ai nuovi bisogni di protezione, come la non autosufficienza. I cittadini non vogliono solo tagli, ma anche razionalizzazione ed efficienza: il 62% pensa che in sanità le manovre di finanza pubblica tagliano i servizi, senza eliminare sprechi o razionalizzare le risorse.
La spesa sanitaria (esborsi sostenuti direttamente dalle fami­glie per acquistare beni e servizi sanitari) ammonta in Italia a circa 28 miliardi di euro (per il 2011), pari all’1,76% del Pil, e secondo i dati dell’Ocse si trattava nel 2010 del 17,8% della spesa sanitaria complessiva; questo dato pone il nostro Paese al di sotto della media (pari al 20,1 %), ma nel confronto con gli altri grandi Paesi europei (Francia, Regno Unito e Germania) risulta piuttosto alto.
I costi a carico delle famiglie rappresentano un fattore dal peso spesso insostenibile quando si tratta di malattie gravi e croniche. Emerge come il modello assistenziale socio-sanitario sia capace di coprire solo una parte dei bisogni, lasciando scoperti proprio i soggetti che espri­mono le necessità più complesse a lungo termine.