fbpx

Alzheimer: Idee per la qualità della vita

 

A volte nella semplicità è la vera profondità delle cose. E anche le caleidoscopiche visioni intorno alla demenza, incastonate nelle pagine di questo volume, vogliono essere semplici. Sono visioni e azioni che vogliono ogni giorno scegliere di vedere il bello che c’è dentro una persona affetta da demenza e soprattutto vogliono essere ricche di stupore, perché ogni giorno, ogni ora, nuovi scenari cambiano continuamente senza mai ripetersi. E’ questa l’unica strada per creare quel benessere della triade terapeutica (operatori, familiari e malati) così importante e così davvero capace di generare ‘cura’.

Quando guardiamo una persona affetta da demenza, se la etichettiamo dentro un assessment geriatrico, ci condanniamo a costruire un modello assistenziale basato solo sui bisogni e spesso incapace di comprendere la persona, le sue paure e i suoi desideri. Se i disturbi del comportamento sono etichettati solo come sintomatologia della demenza, per essi solo la terapia farmacologica sembrerà utile.

Se invece siamo in grado di costruire una équipe che possa guardare alla persona affetta da disorientamento come alla somma delle abilità, risorse e desideri che ella è, e si lasci stupire dalla sua ‘presenza’ nella quotidianità, si farà strada la magia del caleidoscopio e delle sue colorate visioni.

“La demenza è una tragedia, il demente disturba, il demente è aggressivo, è un problema… Va contenuto per la sua sicurezza, va sedato perché possa stare tranquillo, un clistere per evitargli un fecaloma… “

Il libro di Letizia Espanoli vuol rappresentare invece un’ occasione  formativa in grado di guardare alla demenza con occhi nuovi cercando di promuovere nei partecipanti un alternarsi di immagini di vita, di possibilità, di vita e di, nonostante tutto, di benessere.

 

 

Quando guardiamo una persona affetta da demenza, se la etichettiamo dentro un assessment geriatrico di ciò che essa non è più e non potrà più essere, ci condanniamo a costruire un modello assistenziale basato solo sui bisogni e spesso incapace di comprendere la persona, le sue paure e i suoi desideri. Se i disturbi del comportamento sono etichettati solo come sintomatologia della demenza, per essi solo la terapia farmacologica sembrerà utile. Tutto ciò condanna inconsapevolmente l’organizzazione a ritenere impossibili e inutili gli sforzi per la vita e il suo benessere.

 

Se invece siamo in grado di costruire una equipe che possa guardare alla persona affetta da disorientamento come alla somma delle abilità, risorse e desideri che ella è e si lasci stupire dalla sua “presenza” nella quotidianità, si farà strada la magia del caleidoscopio e delle sue colorate visioni. Cos’è magia? … il pensiero magico avviene quando si ritiene che la realtà è influenzabile secondo i nostri pensieri ed i nostri desideri… Ecco allora che appena l’anima percepisce di essere stata condotta nel campo infinito delle possibilità si arricchisce… Non guardiamo forse un’alba, un tramonto, un arcobaleno infinite volte nella vita, eppure sempre essi ci arricchiscono ed emozionano?… E se potesse diventare così anche per le persone affette da demenza delle quali ci prendiamo cura?

 

Ronald Reagan scrisse all’esordio della sua malattia: “Sfortunatamente, il progredire del morbo di Alzheimer, fa sì che spesso la famiglia debba sopportare un carico molto gravoso. Io spero solo che ci sia qualche possibilità affinché Nancy non debba vivere questa dolorosa esperienza. Quando arriverà il momento io confido che con il vostro aiuto lei possa guardare alla malattia con fiducia e coraggio. Vi ringrazio per avermi dato l’onore di potervi servire come vostro Presidente. Quando Dio mi chiamerà a casa sua, qualunque sia il momento, io partirò con tutto l’amore che provo per questo nostro paese e con l’eterno ottimismo per il suo futuro. Ora inizierò il viaggio che mi condurrà verso il tramonto della mia vita. Sarà un lungo addio.”