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Sanità: rivedere obiettivi e finalità dei piani di rientro

Per il presidente dell’Agenas Giovanni Bissoni, “si propongono piani di rientro che prescindono totalmente dai sistemi di governance ch esistono”. Per questo e’ necessario che “le politiche sanitarie tornino ad avere dignità, senza nulla togliere al dovere del ministero dell’Economia di controllare i conti”. Ma “solo con la spesa sotto controllo non si va da nessuna parte”. Invece fino ad oggi “lo Stato ha esercitato i suoi poteri sostitutivi solo per mettere sotto controllo la spesa”. Allora “il problema non è la revisione del titolo V, ma come lo abbiamo applicato”.  
Che le cose siano cambiate in questi anni lo dimostra il calo di accessi al pronto soccorso (nel 2012 un milione in meno rispetto al 2011. A sottolinearlo (nell’editoriale del primo numero del nuovo ‘Quaderno di Monitor’ ) è sempre Giovanni Bissoni, Presidente dell’agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas),
Sembrerebbe quindi che qualcosa stia cambiando nella cultura degli italiani, che qualche prima crepa inizi a scalfire una visione della sanità troppo “ospedalocentrica”, ma la strada è ancora tutta in salita, in Italia come all’estero.
Il tema è complesso e non è affrontabile senza una visione sistemica delle trasformazioni in atto. Se, infatti, dal lato del cittadino si assiste all’aumento della domanda di prestazioni e alla diversificazione dei bisogni, dal lato del sistema dei servizi si riducono drasticamente i posti letto di degenza e l’ospedale si concentra sulla gestione dell’acuzie. Al contempo, il Pronto soccorso si configura sempre più come un servizio in grado di offrire una gamma di prestazioni diagnostiche e specialistiche sempre più vasta e in tempo reale.
Questa trasformazione, in atto da tempo, è oggi accelerata dalla contrazione delle risorse destinate al Servizio sanitario nazionale e, più recentemente, dalle disposizioni della legge 135/ 2012 sulla spending review.  Anche la recente riforma legislativa, avviata con la legge 189/2012 – che prevede tra l’altro lo sviluppo di forme organizzative complesse della medicina generale di tipo funzionale (Aggregazioni funzionali territoriali) – e strutturale (Unità complesse delle cure primarie) – fornisce in tal senso alcuni principi di riferimento, investendo l’Assistenza primaria di nuovi e maggiori compiti.
Agenas ha deciso, insieme al Ministero della salute, di monitorare alcuni progetti regionali riguardanti le Cure primarie/ Assistenza H24, la riduzione degli accessi impropri al Pronto soccorso e il miglioramento della rete assistenziale.
Il nuovo Quaderno di Monitor contiene i principali risultati dei lavori realizzati nell’ambito di questa convenzione. Sono stati monitorati i progetti presentati da 12 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto): riguardano principalmente la sperimentazione di modelli territoriali di diversa tipologia e diversa denominazione (Presidi Territoriali di Assistenza, Assistenza Territoriale Integrata, ambulatorio di Nucleo di Cure Primarie, Casa della Salute), ma anche alcuni modelli ospedalieri (ad esempio, Ambulatorio codici bianchi; Ambulatori codici di minor gravità gestiti dai MMG presso i P.S.). Nell’ambito dello studio, sono stati indagati i determinanti organizzativi e professionali dei progetti regionali volti al miglioramento dell’assistenza fornita sul territorio e a promuovere la riduzione degli accessi impropri al PS; dall’indagine si evince che la risposta al bisogno di salute del paziente che non presenti effettive condizioni di urgenza viene affrontata attraverso prospettive organizzative differenti.
La modalità organizzativa preferita è  il servizio a gestione territoriale (92,8% casi), con un’accessibilità che nel 42,8% dei casi si articola su 7 giorni su 7 ed un’apertura h24 del servizio nel circa il 30% dei casi; tutte le linee progettuali prevedono un’accessibilità non inferiore alle 12h giornaliere. Dal monitoraggio emerge come sia riconosciuto un ruolo centrale, nel contenimento degli accessi impropri al PS, ai medici del territorio, siano essi il Medico di Continuità Assistenziale MCA o Guardia medica, o il Medico di Medicina Generale-MMG. Queste figure professionali vengono coinvolte nel 92,9% dei casi, seppur con diverse modalità collaborative: il 92,8% delle linee progettuali coinvolge il Medico di Continuità Assistenziale, il 71,4% vede il coinvolgimento del Medico di Medicina Generale e, nel 64,4% dei casi, sono presenti insieme.