Da Lorenzin giunge quindi un’indicazione: «La formula vincente – ha detto – è quella che pone al centro il territorio, la domiciliarizzazione dei pazienti, la gestioni dei p ost-acuti fuori dagli ospedali e una rete che tiene conto anche del volontariato». Tre regioni, ovvero, Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, ha concluso il ministro, «hanno promosso questo modello e hanno avuto ragione, mantenendo insieme l’economia con l’esigenza di salute dei cittadini. La sfida far reggere il sistema da qui ai prossimi trenta anni». Il ministro ha poi preannunciato il nuovo Patto per la salute che vedrà al centro organizzazione del Sistema sanitario nazionale, precarietà in sanità e proprio le specializzazioni mediche. «Credo che siamo pronti» ha detto il ministro «e ne ho parlato con il presidente della Conferenza delle Regioni Errani, per fare il nuovo piano regolatore della sanità, che è il nuovo Patto per la salute», nel quale bisognerà «ridisegnare una sanità nazionale condivisa che bilanci la sostenibilità economica e l’assistenza». Lo Stato, ha sotto lineato Lorenzin, «deve essere presente e aiutare le Regioni a realizzare l’obiettivo della salute dei cittadini».