Oggi 10 dicembre 2021 sul quotidiano IL TEMPO, pubblicata l’intervista/dichiarazione del Presidente Sebastiano Capurso, sulle RSA come Ospedali di Comunità, oggetto delle proposte di riforma, Il PNRR in questo è una opportunità eccezionale per superare la crisi e far diventare le RSA il presidio cardine dell’assistenza del futuro.
Di seguito il testo dell’articolo se il tuo browser non visualizza la pagina:
<<Le RSA, che sono già oggi i veri “ospedali di comunità” possono diventare il presidio cardine dell’assistenza territoriale del futuro. Ne è convinto il Presidente di Anaste, Sebastiano Capurso che, in una conversazione, ci spiega il ruolo fondamentale delle Residenze Sanitarie Assistenziali nella cura degli anziani non autosufficienti.
“Il dibattito sulla riforma dell’assistenza sanitaria territoriale – sottolinea il Presidente dell’Associa- zione Nazionale Strutture Territoriali e per la Terza Età – sembra trascurare le soluzioni più semplici e più economiche. Va considerata infatti l’evoluzione demografica della popolazione italiana, con anziani sempre più numerosi, di età più elevata e con molte patologie: aumentano costantemente i non autosufficienti malati, da assistere h24 (nel 2021 gli over 80 erano il 4,34% della popolazione, nel 2011 il 6,12% e nel 2020 il 6,5%)”.
Capurso ricorda poi che “l’assistenza domiciliare non è indicata per questi utenti, che spesso non hanno né una casa né una famiglia (il 40% degli ultra 75enni vive solo), in quanto insufficiente a risolverne le complesse esigenze assistenziali”. Secondo il Presidente di Anaste, quindi, “potenziare l’assistenza domiciliare, attività ad altissimo assorbimento di personale, è impraticabile, sia per la attuale mancanza di oltre 100.000 infermieri – per questo il sistema è vicino al collasso – sia perché si rivolge ad utenti meno compromessi, e non riduce i ricoveri in RSA”.
Per i non autosufficienti l’ospitalità in RSA è l’unica soluzione, ma i posti letto attivi in Italia sono insufficienti, meno della metà della media OCSE (i posti letto per 100.000 abitanti in Germania sono il 5,4%, in Francia il 5%, nell’OCSE il 4,5% e in Italia 1’1,9%).
“La logica conseguenza – aggiunge Capurso – induce a rafforzare le RSA che, dimenticate da decenni nei programmi governativi, con corrispettivi economici fermi da 15 anni, colpite dallo tsunami della pandemia, hanno resistito da sole, con grandissimo impegno di risorse economiche ed umane, trasformandosi in pochi giorni in reparti di isolamento per malattie infettive, dimostrando una straordinaria capacità di adattamento. Le RSA italiane hanno rappresentato l’unica salvezza per tantissimi anziani, assicurando le cure necessarie con grande efficacia (decessi in RSA: mondo 46%; Italia il 31,7%)”.
Quali le prospettive? Per il Presidente di Anaste è necessario “garantire il diritto ad una vita dignitosa agli anziani più compromessi, realizzare al sud I posti letto mancanti, rafforzare le strutture esistenti con la digitalizzazione dei processi, migliorare la qualità dell’assistenza con personale più qualificato e motivato e diversificare l’offerta, con servizi domiciliari e teleassistenza. Le RSA sono già oggi i veri ‘ospedali di comunità’ e possono diventare, con gli investimenti del PNRR, il presidio cardine dell’assistenza territoriale. Valorizzare il patrimonio di esperienze e competenze esistenti, a supporto del sistema pubblico, dà la certezza di realizzare in pochi mesi i risultati previsti dal PNRR per il 2026, con un enorme risparmio di risorse, attraverso l’impegno congiunto Stato-Imprese”.
Secondo Capurso “per potenziare le RSA basta un decimo del mld di € previsto dal PNRR : il resto va dedicato a formare i 200.000 medici, infermieri ed OSS mancanti, riducendo così del 10% i livelli di disoccupazione del Paese. Da qui riparte il percorso per la rinascita di una assistenza vicina alle persone, con servizi di qualità e la giusta attenzione a nuova occupazione”.>>