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Ricetta europea imminente ma sistema italiano è da adeguare

«A un mese dall’adozione della ricetta unificata in Europa, solo 13 mila medici italiani sono non dico in regola, ma vicini ad allinearsi alle specifiche dettate dall’Unione Europea per la ricetta elettronica ». Lo afferma Giancarmine Russo, segretario uscente della Società Italiana di Telemedicina. Operativa dal 25 ottobre in tutti e 27 gli stati membri dell’Unione europea, la ricetta unificata è prevista dalla direttiva Ue 2012/52 del 20 dicembre 2012 e consente ai residenti in uno degli stati membri di fruire in strutture di un qualsiasi altro paese Ue, di una ricetta compilata nel loro paese. Ricetta che può essere cartacea oppure on line, ma se on line deve avere una paternità certa garantita dalle procedure con cui si genera la firma digitale. «Bruxelles – spiega Russo – impone uno standard di dati, inclusi il nome universale della molecola per le terapie, e l’identificazione certa del medico. La Sit a marzo in un position paper ha fatto presente come in Italia le prescrizioni del medico di famiglia e del Ssn non contemplino dati identificativi del prescrittore e firma digitale ». Solo una parte dei mmg oggi si rende riconoscibile al sistema: i lombardi e chi sperimenta in alcune zone del Friuli VG; ci arriveranno tutti i medici dotati di una carta operatore sanitario. Quanti? «Oggi ha una card soltanto il 60% degli operatori collegati tra Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Friuli VG, Umbria, Toscana e Trentino. Nel resto del paese si prescrive entrando nel sistema con username e password: difatti perché la procedura sia giuridicamente valida il medico stampa e firma un promemoria per il paziente».