Situazione occupazionale e sociale dell’UE: la rassegna trimestrale sottolinea la fragilità della ripresa economica e un divario persistente all’interno dell’UEM

 
Sebbene si siano alcuni segnali di una timida ripresa, la rassegna trimestrale sottolinea che le condizioni sociali e del mercato del lavoro rimangono molto difficili:
 
·                     il tasso di disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli senza precedenti – con una media del 23% per l’UE nel suo complesso, che raggiunge il 63% in Grecia;
·                     il tasso di disoccupazione di lunga durata è aumentato nella maggior parte degli Stati membri ed ha raggiunto un livello record in tutta l’UE. Sono aumentati la disoccupazione strutturale e gli squilibri, sia quantitativi che qualitativi, tra la domanda e l’offerta di manodopera;
·                     la perdita netta di posti di lavoro ha coinciso con l’aumento degli impieghi precari — sono infatti cresciuti i lavori a tempo parziale, specie il part-time involontario, sebbene la quota di contratti a tempo determinato nell’UE sia diminuita, vittima anch’essa della contrazione economica.
·                     La povertà è aumentata nell’UE dal 2007. I redditi delle famiglie sono in declino e il 24,2% della popolazione dell’UE è ora a rischio di povertà o di esclusione. I bambini sono particolarmente colpiti, in quanto sono aumentati sia la disoccupazione sia il numero di famiglie senza lavoro, oltre alla povertà lavorativa.
C’è bisogno di ulteriori investimenti e riforme sociali
 
In questa fase di avvio della ripresa economica le politiche attive del mercato del lavoro, come gli incentivi all’assunzione, la riduzione dell’imposizione fiscale per i lavoratori a bassa retribuzione, l’assistenza personalizzata per la ricerca di un lavoro e la formazione, sono fattori decisivi nel facilitare l’accesso all’occupazione per molte persone e nell’impedire che i disoccupati di lungo termine e le persone alla fine del loro corso di studi rinuncino a cercare un impiego. Un maggior numero di persone occupate contribuisce ad una maggiore stabilità dei bilanci e all’aumento della capacità di spesa delle famiglie, consentendo così una solida ripresa delle attività produttive.
 
Occorre dedicare particolari energie all’attuazione della Garanzia per i giovani, iniziativa adottata dal Consiglio dei ministri dell’UE nell’aprile 2013 e approvata dal Consiglio europeo del 27/28 giugno. Per molti paesi, tale iniziativa richiederà riforme strutturali quali il rafforzamento dei servizi pubblici per l’impiego, l’istituzione di solide partnership tra le autorità pubbliche preposte all’occupazione e all’istruzione, nonché maggiori investimenti in programmi di formazione e di apprendistato. Nei prossimi mesi gli Stati membri dovranno presentare i rispettivi piani nazionali di attuazione della Garanzia per i giovani.
 
Gli Stati membri dovrebbero inoltre continuare a modernizzare i rispettivi sistemi previdenziali nazionali per aumentare l’efficienza delle risorse disponibili ed ottenere il massimo risultato in termini di inclusione economica e sociale. I sistemi di protezione sociale dovrebbero rispondere alle esigenze delle persone in tutti i momenti critici della loro vita. La Commissione ha fornito indicazioni per migliorare gli investimenti sociali attraverso il Pacchetto sugli investimenti sociali, adottato nel febbraio 2013, che contiene raccomandazioni specifiche per affrontare il problema della povertà infantile e dei senzatetto (IP/13/125, MEMO/13/117, MEMO/13/118).
 
Il divario tra i paesi della zona euro pregiudica l’UEM
 
L’ultima rassegna trimestrale sottolinea l’esistenza di divergenze persistenti tra i paesi, specialmente all’interno della zona euro:
 
·                     il tasso di disoccupazione nelle regioni meridionali e periferiche della zona euro ha raggiunto una media del 17,3% nel 2012, rispetto al 7,1 % nelle regioni settentrionali e centrali della zona euro;
·                     il tasso medio di giovani non occupati né impegnati in corsi di studio o formazione (cosiddetti NEET) ha raggiunto il 22,4% nelle regioni meridionali e periferiche, contro l’11,4% in quelle settentrionali e centrali;
·                     La povertà è aumentata nei due terzi degli Stati membri, ma non nel terzo restante.
Le divergenze economiche e sociali rappresentano le sfide principali per l’UEM. Gli scarsi risultati in campo sociale ed occupazionale non solo colpiscono gli Stati membri direttamente interessati, ma si estendono anche ai paesi che hanno conseguito migliori risultati attraverso una riduzione della domanda aggregata e della produttività e un aumento dei tassi di interesse dovuto all’instabilità politica e ad un’erosione della fiducia nell’euro e nell’UE.
 
Un’Unione economica e monetaria solida, caratterizzata da una dimensione sociale, richiede un miglioramento del controllo e della valutazione dei potenziali squilibri sociali e occupazionali di maggior rilievo per gli Stati membri, associato ad un maggiore coordinamento delle politiche occupazionali e sociali con l’obiettivo di garantire, nell’interesse dell’UEM nel suo complesso, una risposta efficace e tempestiva a tali problemi. La raccomandazione Garanzia per i giovani e l’accordo di avviare un’iniziativa per l’occupazione giovanile, con una dotazione di 6 miliardi di EUR, sono esempi di questa azione collettiva che si propone di risolvere un’importante sfida occupazionale e sociale che colpisce in modo sproporzionato alcune parti dell’UEM.
 
Tali questioni vengono affrontate nella comunicazione sulla dimensione sociale della UEM adottata dalla Commissione il 2 ottobre– — cfr. IP/13/893).