Come già annunciato nelle settimane precedenti, la Sanità sarà certamente tra i settori che più sperimenteranno il nuovo sistema. Lo confermano i primi dati raccolti dall’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, anticipati ieri da Il Sole-24 Ore. È l’indagine che era stata commissionata all’Autorità (con il supporto dell’Agenas) dalla Manovra Tremonti del luglio scorso e che dovrà concludersi con un rapporto conclusivo entro i prossimi due mesi, ma le indicazioni saranno certamente utili anche per la spending review del governo Monti. Perché dai primi dati emergono differenze consistenti (a dir poco) nei prezzi pagati nelle singole Regioni per l’acquisto degli stessi materiali sanitari, come presidi, dispositivi e farmaci. Per una singola siringa da insulina, per esempio, si registrano differenze anche di 60 centesimi, per gli inserti in ceramica delle protesi all’anca si va da un minimo di 284 euro a un massimo di 2.575, per gli inserti tibiali il prezzo più alto è 12 volte il più basso. Tra i farmaci, il caso più eclatante è quello dell’epoetina alfa dove si registrano differenze del 365%.
Toccherà alle Regioni ridurre le distanze, sempre che qualcuno non faccia orecchie da mercante sventolando l’autonomia federalista. Ma con il blocco del riparto 2012, il Governo si è assicurato un argomento che potrebbe risultare convincente anche per le amministrazioni più testarde.