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Corte dei Conti: Audizione sul Def

”Nel percorso di rientro del debito potrebbe, inoltre, incidere non favorevolmente una crescita degli importi dei debiti delle amministrazioni pubbliche ceduti con la clausola ‘pro soluto’ ad istituzioni finanziarie, soprattutto grazie al processo di certificazione” previsto da una norma del decreto di luglio sulla spending review. Lo ha detto il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.

Il calo del Pil indicato nella nota di aggiornamento al Def ”e’ stimato al 2,4% (contro il -1,2% del Def di aprile), ma sorprende soprattutto la diminuzione dell’1% del prodotto anche in termini nominali: un risultato eccezionalmente negativo che, storicamente, si era verificato solo nel 2009, l’anno centrale della grande recessione”.

La Corte dei Conti ha inoltre evidenziato: “Se sul fronte della spesa sanitaria le misure di contenimento si sono accompagnate a interventi mirati, che hanno rafforzato la strumentazione disponibile (manca ancora, tuttavia, un quadro complessivo – il nuovo Patto della salute – entro cui ridisegnare i confini dell’offerta pubblica), sul fronte degli enti territoriali il ritardo nel processo didefinizione di valori di riferimento rischia di indebolire il legame tra tagli ed eccessi di spesa, rendendo la distribuzione dei sacrifici poco aderente alle effettive possibilità di riassorbimento di squilibri strutturali. Ciò mentre manca un riferimento certo dei margini entro cui ridisegnare le caratteristiche e i compiti propri ed economicamente sostenibili dell’intervento pubblico.

A tali incertezze, che rischiano di indebolire la realizzabilità delle stesse misure di risparmio fiscale, si aggiungono poi quelle dovute all’intervento della Corte costituzionale che ha censurato, con una recente sentenza (Corte Cost. n. 193/2012) , la scelta adottata con il DL 98/2011 di prevedere un concorso degli enti al patto di stabilità (attraverso il taglio dei trasferimenti e vincoli ai saldi) senza limiti temporali, contravvenendo in questo modo alla straordinarietà del contributo richiesto. La sentenza circoscrive al 2014 l’operare di tagli dei trasferimenti (per 8.500 milioni) e dei miglioramenti dei saldi (per 6.400 milioni). La censura di disposizioni che si ritrovano anche in provvedimenti più recenti (DL 95/2012) produrrà effetti che non sembrano recepiti nel nuovo quadro tendenziale esposto nella Nota di aggiornamento. L’individuazione di modalità alternative di copertura delle misure censurate costituisce un ulteriore elemento di un quadro per molti aspetti ancora fragile e complesso”.