fbpx

Governo Renzi: ecco il programma

A marzo la riforma del Senato parta dal Senato e quella del Titolo V parta dalla Camera

 

La riforma elettorale, la riforma del Senato e la riforma del Titolo V della Costituzione devono viaggiare insieme. Sono tre passaggi fondamentali del discorso programmatico del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al Senato.
La sovrapposizione delle competenze tra Enti locali e Stato centrale ha reso ingovernabile il sistema istituzionale.
Quindi Renzi annuncia: “Proponiamo che a marzo la riforma del Senato parta dal Senato e quella del Titolo V parta dalla Camera”.
“Con quale credibilità possiamo dire che e’ urgente intervenire sulla legge elettorale e poi perdere l’occasione del contingentamento dei tempi”? Cosi’ Matteo Renzi, che definisce “una priorita'” approvare la nuova legge elettorale, l’Italicum, alla Camera.

“E’ cambiato il clima nei confronti delle Regioni”, afferma Renzi durante il discorso sulla fiducia, e aggiunge: “Politicamente esiste un legame netto” con le riforme di Senato e titolo V: “Sono 3 parti della stessa cosa”. Renzi ha chiesto inoltre di porre fine ai “derby ideologici” sottolineando che “il superamento del Senato è il primo passo per recuperare la credibilità”.
Bisogna aprire la discussione anche sul Titolo V ripensando alle Province. “C’e’ un’opposizione dura dove si e’ saldata una forma di ostruzionismo M5S-Fi. Vi invitiamo a riflettere su una possibile soluzione: chiudiamo il ddl Delrio, non votiamo a maggio. Ma nel capitolo sul Titolo V riproponiamo il tema su cosa sono le province. E’ un punto equilibrato”. Il Governo è pronto a recuperare in Parlamento tutti i miglioramenti possibili.

“Oggi il procedimento legislativo e’ farraginoso, il numero dei parlamentari eccessivo rispetto agli standard internazionali. Oggi c’e’ la possibilita’ di cambiare la configurazione del Senato, togliendo il passaggio della fiducia e del bilancio, e la possibilita’ di svolgere l’incarico di senatore non con l’elezione diretta e indennita’, ma come assunzione di responsabilita’ dai territori”, ha spiegato Renzi.
“Questo e’ il primo passo per recuperare la credibilita’ dei cittadini. Quello successivo e’ superare il titolo V per come lo abbiamo conosciuto fino a oggi, per rivedere le competenze esclusive delle Regioni”.

“Bisogna introdurre una clausola di intervento della legge Statale anche dove la materia sia di competenza regionale per garantire l’unita’ dell’ordinamento”, Renzi quindi ha sostenuto che “il ricorso alla corte costituzionale ha provocato un eccesso se oggi diciamo che non possiamo tornare a un centralismo della burocrazia statale, abbiamo anche bisogno di chiedere a chi guida le Regioni che è cambiato il clima, sicuramente per ciò che è accaduto in questi anni con i rimborsi elettorali. Ma anche perchè la sovrapposizione di competenze delle Regioni, dei Comuni, dello Stato, con l’ulteriore complicazione dell’Ue ha reso sostanzialmente ingovernabile l’intero sistema”.
Matteo Renzi al Senato nel discorso per la fiducia ha inoltre sottolineato che “viviamo un tempo di grande difficolta’ e struggenti responsabilita” e abbiamo la consapevolezza di dover ‘recuperare il coraggio e il gusto di fare sogni piu’ grandi e accompagnarli da una concretezza puntuale’.

Renzi rivendica la necessita’ di ‘un cambio radicale delle politiche economiche’ e la volonta’ di ‘andare controcorrente’. Propone una ‘legislatura di svolta’ per una ‘tregua della politica rispetto ai cittadini’ e per ‘inseguire un Paese che e’ davanti a noi’ attraverso il rispetto dell’accordo sulle riforme ‘che va oltre la maggioranza di governo’. Scuola, lavoro, capacita’ di attrarre investimenti sono gli obiettivi urgenti del nuovo governo. Renzi annuncia una ‘immediata riduzione a due cifre del cuneo fiscale’. Entro giugno, dice, sara’ pronto un pacchetto organico di revisione della giustizia, a partire da quella amministrativa.
Tra i primi impegni c’è “lo sblocco totale dei debiti della Pubblica Amministrazione attraverso un diverso utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti”.
Cambio delle politiche economiche: “Chi e’ entrato in una fabbrica o ha incontrato lavoratori, sa bene che quelli sulla disoccupazione non sono solo ‘numerini’, ma indici di una situazione “impietosa e devastante”, che “richiede un cambio radicale della politiche economiche e provvedimenti concreti che con Padoan abbiamo discusso e approfondiremo nelle prossime settimane”.

“Il secondo impegno sara’ la costituzione e il sostegno di fondi di garanzia anche attraverso un rinnovato utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti, dell’unica reale e importante questione sul tappeto, quella delle piccole e medie imprese che non riescono ad accedere al credito”.
Negli ultimi anni la capacita’ di attrazione dell’Italia e’ diminuita” e nel Paese “c’e’ un dibattito surreale” perche’ “sembra che se un soggetto vuole investire da noi debba essere cacciato gridando ‘guai allo straniero'”.
Riforma della dirigenza della Pubblica amministrazione: “E’ arrivato il momento di dire con forza che la politica deve affidare tempi certi anche al ruolo dei dirigenti. Non esiste il tempo indeterminato, con i governi che passano e i dirigenti restano e fanno il bello e cattivo tempo”.
“Dobbiamo avere il coraggio di far emergere in modo netto, chiaro ed evidente che ogni centesimo speso dalla P.A. debba essere visibile online da parte di tutti. Questo significa un meccanismo rivoluzionario per cui ogni cittadino puo’ verificare giorno dopo giorno ogni gesto che fa il proprio rappresentante”.