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La spending review allontana il medico di famiglia dall’Università

Insegnamento della medicina generale verso lo smantellamento in tutta Europa? Si direbbe di sì a giudicare da quanto accade alle cattedre universitarie nei paesi Ue costretti a dieta dalla crisi e dagli alti costi della sanità. «In Austria il corso triennale post-laurea si tiene ormai solo in ospedale, in Lettonia dura sei giorni,  e causa spending review in Italia non sono stati messi al bando quest’anno ruoli di professore associato nelle principali sedi universitarie: l’Aquila, Padova, Milano», spiega Francesco Carelli, membro Executive board di Euract (European Academy of Teachers in Family Medicine) che raggruppa i docenti degli istituiti, o istituendi, Dipartimenti di medicina generale nel Vecchio Continente. «Fin qui –dice Carelli – le differenze tra stati membri dell’Unione Europea erano nella durata del corso di formazione (tre anni minimo, cinque in Nordeuropa) nella tipologia organizzativa (in genere a guida universitaria con o senza direttore medico di famiglia ma i nostri sono a guida regionale) e nella durata del periodo di apprendistato presso il medico di famiglia-tutor, che dovrebbe essere ovunque di un anno. Gli ultimi due capisaldi sono stati intaccati – spiega Carelli – proprio mentre si punta sul territorio per riorganizzare i servizi sanitari e non solo italiani. Euract ha ricordato all’Austria, e presto lo farà con noi, che la qualità dei corsi passa per gli standard Euract e della federazione dei sindacati mmg Uemo, e che un minimo sforzo economico ci vuole. Ma purtroppo i corsi universitari per futuri mmg continuano a sparire, e in Italia non vedo grande impegno dei sindacati di categoria nel difenderli».
 
Mauro Miserendino