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Lazio: Bondi, piano di ristrutturazione e avvio liquidazione Idi Riorganizzazione della rete ospedaliera e potenziamento della rete territoriale: sono questi i punti che, secondo il commissario straordinario del Lazio Enrico Bondi, dovrebbero consentire


Se finora la riduzione della spesa è stata di circa 200 milioni, grazie a queste e altre strategie, si dovrebbe raggiungere il pareggio di bilancio senza perdere in qualità ed efficienza.
 
Intanto, quasi in contemporanea alla presentazione del piano, giunge un altro annuncio di Bondi che coinvolge i lavoratori dell’Idi San Carlo (Istituto Demopedico dell’Immacolata), da mesi in situazione critica. In un comunicato di palazzo Chigi, infatti, si legge che è finalmente iniziata la procedura di liquidazione a favore dei 1.800 lavoratori dell’Istituto. Dopo l’incontro del 4 dicembre tra il Commissario e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl «il Tribunale fallimentare si è pronunciato a favore della liquidazione delle fatture relative al corrente maturato dal 24 ottobre, per un importo di circa 5 milioni di euro».
 
Così il Senatore
 Ignazio Marino: «Finalmente i lavoratori dell’Idi- San Carlo Villa Paola hanno un parziale risarcimento per i tanti mesi di incertezza che hanno vissuto. Si tratta di un primo risultato della Commissione d’inchiesta che presiedo, che si sta occupando da qualche tempo della drammatica situazione dell’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. Il commissario ad acta Enrico Bondi ha fatto quanto aveva promesso la settimana scorsa».
Infine, Anaao Assomed richiama l’ attenzione sulla difficile situazione laziale: «Il crollo della sanità pubblica della Regione Lazio non è che l’anteprima di un dramma che interesserà come una tragica catena tutte le altre regioni di Italia». E aggiunge: «Mentre nei palazzi della politica ferve una interessante discussione sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale nel 2040, in tutte le Regioni la sanità pubblica sta collassando oggi sotto gli occhi indifferenti, o interessati, dei vari ministri. Perché’ ciò che gli illustri commentatori non dicono e’ che il problema della sostenibilità non e’ tanto del futuro quanto del presente».