Riconversione dei piccoli ospedali che non sono in grado di fornire un’assistenza di qualità; potenziamento del trasporto di emergenza; una rete telematica per lo scambio dei dati. Questo l’obiettivo dichiarato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin (Foto) in una lettera scritta venerdì scorso al Mattino di Napoli in seguito a quanto dichiarato il giorno prima da Silvio Garattini sullo stesso giornale a proposto della morte della diciassettene Valentina all’Ospedale di Orbetello. «Caro direttore, di Valentina, morta a soli 17 anni in un piccolo ospedale della provincia italiana – scrive Lorenzin – posso solo scrivere che come persona provo sconcerto e rabbia; come ministro voglio conoscere i fatti e capire se per questa ragazza sia stato fatto tutto quello che è previsto dalla procedure di soccorso ed emergenza; a questo risponderanno presto le indagini. Però quanto scritto ieri sulle colonne del suo giornale dal professore Silvio Garattini, prendendo spunto proprio dal caso di Orbetello, offre elementi di grande interesse per chi come me ha il dovere di porsi l’obiettivo di promuovere un servizio sanitario sempre più efficiente, sempre migliore e sostenibilità dal punto di vista finanziario. Garattini, a mio avviso, centra la questione nel definire i problemi dei piccoli ospedali».
«Qui – continua il ministro – la casistica ci dice che medici senza colpa non riconoscono talune patologie perché la bassa casistica non garantisce sufficiente esperienza e abbassa il livello formativo anche dei migliori. Ed e’ da questo che é necessario partire per ripensare l’organizzazione ospedaliera».
«Nel corso di questi mesi di lavoro, nel continuo confronto con medici, associazioni, sindacati e pazienti – prosegue il ministro – è emersa forte l’esigenza di pensare un modello che copra in modo diverso tutto il nostro articolato e morfologicamente complesso territorio nazionale, tenendo conto delle specificità, ma senza mai perdere di vista l’obiettivo di consegnare ai cittadini la sanità di cui il malato ha bisogno. La riconversione dei piccoli ospedali che non sono in grado di fornire un’assistenza di qualità, il potenziamento del trasporto di emergenza per spostare in tempi rapidissimi i pazienti verso le strutture di eccellenza, una rete telematica per fare viaggiare in tempo reale i dati dei rilievo tra i piccoli ospedali e le strutture dove sono presenti specialisti capaci di riconoscere anche le patologie rare, è l’obiettivo che ci siamo dati».
«E’ un processo organizzativo che parte dalla migliori pratiche, le ottimizza – spiega Lorenzin – e consente di garantire ai cittadini le cure migliori tagliando sprechi e reinvestendo in qualità. Per realizzare questo piano, c’è bisogno di vincere una grande sfida che è prima di tutto culturale, perchè nonostante l’evidenza dei dati c’è chi crede ancora che chiudere un piccoli ospedale di cui pazienti stessi diffidano sia una perdita per il territorio».
«Ho avuto modo spesso di dire – ricorda il ministro – che i cittadini sono assai consapevoli delle realtà sanitarie dei propri territori, perché quando possono, ma a volte anche quando lottano contro il tempo, scelgono una struttura più lontana se ha una reputazione migliore, esiti certi, strumenti moderni, esperienza. Per questo confido nella responsabilità degli amministratori locali, affinché spendano generosamente la loro esperienza politica mediando contrapposizioni sul territorio che non fanno bene a nessuno. Dai costi standard, alla riconversione delle strutture troppo piccoli in centri poli ambulatoriali o in strutture intermedie, la rete d’interventi è già sul tavolo e presente a macchia di leopardo sui territori».