Mancano medici di base? Anaste offre una soluzione

Fonte: Cronache Nazionali del 27 settembre 2023 di Michela Capurso

Almeno un milione di utenti italiani cerca disperatamente un medico di base presso cui “accasarsi”.  Ecco come “liberare” subito 300 mila posti affidando le cure degli ospiti delle Residenze Sanitarie Assistite ai medici interni alle strutture

Fa notizia ovunque l’emergenza “camici bianchi” in Italia, ogni giorno vengono rilanciate notizie relative a medici che si trasferiscono all’estero, attratti da offerte da capogiro provenienti dagli Emirati Arabi o dall’Arabia Saudita, con stipendi da 50 mila euro al mese oltre l’alloggio. Ma la campagna acquisti riguarda anche paesi europei,  dove gli stipendi sono molto più alti, le strutture più moderne e le condizioni di lavoro di gran lunga miglior, le proposte irresistibili. Cosa dovrebbe quindi trattenere  nei confini nazionali nostri medici, che qui guadagnano molto meno, lavorando in strutture spesso vetuste e con pochissime tutele in merito a qualità e sicurezza del lavoro? Su questo argomento di interesse e “ necessità “ collettiva si sta molto discutendo, partendo dal numero chiuso nelle facoltà di Medicina, arrivando alle tutele e agli  aumenti salariali che questi professionisti meriterebbero. E c’è un problema nel problema.

Nella generalizzata carenza di medici specialisti vi è un’ulteriore emergenza che riguarda la mancanza di medici di medicina generale:  almeno un  milione di utenti italiani cerca disperatamente un medico di base presso cui “accasarsi”.  La soluzione prospettata dalle istituzioni, in tempi rapidi, è stata solo quella di aumentare il numero di pazienti affidati ad ogni medico di famiglia, che è passato a doversi occupare di  1800 utenti (erano 1500), con evidente enorme carico di lavoro per ogni professionista, ed inevitabile scadimento della qualità del servizio. Altre soluzioni?

Anaste, l’associazione nazionale datoriale che raccoglie oltre 200 Rsa lungo tutta la penisola lanciato una proposta veloce, di immediata realizzazione, e che non comporta alcun costo aggiuntivo per il SSN: basta infatti una delibera regionale per restituire al territorio più di 300 mila posti-scelta presso i medici di base, affidando i compiti di assistenza diretta dei pazienti ospiti delle RSA ai medici interni alle strutture, attività che di fatto essi già esercitano quotidianamente. Regolarizzando, tra l’altro,  una anomalia normativa.

La struttura giuridica delle RSA, infatti, mentre prevede che il direttore sanitario/medico responsabile sia un geriatra o specialista di branca medica (internista, cardiologo, neurologo, diabetologo, pneumologo, ecc.), affida l’assistenza clinica al medico di famiglia, spesso logisticamente distante e con  grosse difficoltà a  possibilità di seguire quotidianamente i pazienti. La proposta di Anaste, come spiega il presidente nazionale Sebastiano Capurso, ha anche il merito di valorizzare l’attività dei medici di struttura, spesso costretti ad azioni di tipo esclusivamente burocratico-organizzativo, creando maggiore attrattività per l’incarico, e la possibilità di una migliore remunerazione, in considerazione delle nuove responsabilità di cura.

Nello stesso tempo si migliora l’assistenza agli ospiti, in quanto la presenza quotidiana consente una maggiore continuità nelle cure, sollevando i medici di base dalle necessità di assistenza ai pazienti più esigenti e compromessi, come sono appunto gli attuali ospiti delle RSA, e andando ad alleggerire il loro carico di lavoro.

Tutto ciò comporta inoltre una riduzione notevole dei carichi amministrativi per richieste di consulenze, analisi cliniche, prescrizione di farmaci, che verrebbero inviate direttamente dai medici delle strutture, eliminando un passaggio spesso inutile, e con riduzione dei costi dovuti a duplicazioni e sovrapposizioni. I familiari degli ospiti, nello stesso modo, avrebbero un unico interlocutore per le problematiche cliniche ed assistenziali, con  conseguente miglioramento  dei rapporti e maggiore chiarezza. “Una soluzione semplice, da cui tutti traggono un beneficio, ed a costi invariati. Sembra troppo facile” – sottolinea Capurso – ”speriamo che le istituzioni sappiano cogliere tempestivamente questa opportunità”.