Tutto cio’ crea grande preoccupazione perche’, stando cosi’ le cose, gli enti locali si troveranno da un momento all’altro nella condizione di non poter piu’ garantire il livello essenziale dei servizi”. ”Nel documento redatto dalle Regioni e dalle Province autonome – continua Casciari – si evidenzia un bisogno di almeno 1,5 miliardi, e considerando il triennio 2013/2015, il Fondo Nazionale delle politiche sociali dovrebbe ammontare a complessivi 2,4 miliardi (uno per il 2013, 800 milioni per il 2014 e 600 milioni per il 2015).
Per raggiungere l’obiettivo, le Regioni hanno proposto il ripristino delle somme destinate alle politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell’eta’ pensionistica delle donne. Inoltre le risorse potrebbero essere reperite dalla lotta all’evasione fiscale, di cui almeno un 5 per cento potrebbe essere dedicato alla fascia della poverta’; dalle entrate del gioco; dai risparmi derivati dalle spese per gli armamenti, dalla revisione di alcune misure assistenziali come previsto dal decreto ‘Salva Italia’, che prevede anche la modifica dell’Isee”. ”In questo contesto un intervento del Governo a difesa delle fasce piu’ deboli, in particolare bambini e anziani, e’ fondamentale. Anche in presenza di una situazione complessa – ha riferito la vicepresidente – la Regione Umbria, ha previsto una continuita’ di risorse da destinare a sostegno delle politiche sociali e delle famiglie di oltre 32 milioni di euro nell’ultima manovra di bilancio regionale”.
Concludendo Casciari ha ricordato che, ”in seguito alla legge regionale ”13/2010” (art 7), sono stati previsti interventi a tutela della famiglia in generale e, nello specifico dell’articolo 7, delle famiglie vulnerabili. ”In tre mesi, da ottobre a dicembre 2011 – ha evidenziato – gli Uffici della cittadinanza delle 12 Zone sociali hanno attivato 990 interventi, con la punta piu’ elevata a Foligno con 247 domande accolte. I dati raccolti restituiscono un quadro abbastanza preciso della realtà e delle criticità che le famiglie umbre si trovano ad affrontare nel quotidiano, visto che basta una spesa improvvisa tra i 300 e gli 800 euro a mettere in crisi la loro, gia’ precaria, stabilità economica.