«Il numero chiuso è indispensabile ma togliere il valore del bonus maturità dal punteggio al test d’ingresso all’università è sbagliato». Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle ricerche dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, è in parte critico sul recentissimo decreto legge sul l’istruzione. «Le ragioni del pur bravo ministro Maria Chiara Carrozza, secondo cui il bonus maturità creerebbe discriminazioni a sfavore delle scuole “più severe” del Nord sono opinabili. Ci sono buone scuole a Palermo come a Milano, la qualità va salvaguardata ovunque; o si rischia di affidare l’idoneità degli aspiranti medici a quiz aleatori».
Va ripensato il modello, non il numero programmato. «Se sono 80 mila gli aspiranti medici una selezione ci vuole- ammette Remuzzi – ma forse per avere più margini di scelta ci vorrebbero maglie più larghe come in Francia, dove la vera selezione è alla fine del 1° anno di corso di laurea, su studenti noti ai docenti. Le nozioni di Medicina ormai stanno nell’I-pad ma, a parità di conoscenze, di fronte allo stesso problema uno studente prende decisioni giuste e l’altro no; tale idoneità si rivela avanti nel corso di laurea». I licei Usa orientano verso medicina gli studenti con dimostrate attitudini verso le materie scientifi che. Si può fare da noi? «Sarebbe un’idea ma in tal caso ancor più nei test d’ingresso dovrebbero valere frequenza e punteggio al corso d’orientamento». Remuzzi infine plaude alla norma del decreto che introduce una commissione e una graduatoria uniche per l’ingresso alle scuole di specialità: «Non vedremo più studenti iscritti a più specialità e in più città, e avremo un test uguale per tutti».