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Roma, emergenza ambulanze rientrata. Al via ispezione

«Il fenomeno delle ambulanze è stato risolto»: così comunica l’Ares 118 di Roma, dopo il caos che è seguito al blocco delle ambulanze nei pronto soccorso, dovuto alla mancanza di posti letto negli ospedali della capitale. All’indomani dell’emergenza, si impone una riflessione sulle cause che l’hanno provocata ed è proprio quello che ha fatto Giorgio Carbone, il presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza (Simeu), segnalando inoltre che situazioni di crisi si sono manifestate anche altre città. Un primo fattore è del tutto continge nte: l’epidemia influenzale in corso, che comporta un maggior afflusso ai pronto soccorso. «Eppure siamo stati fortunati – informa una nota della Federazione italiana medici di famiglia (Fimmg) – in Italia e nel Lazio sta circolando prevalentemente il virus influenzale B, quello più “buono”, il tasso di incidenza è ancora basso tra gli adulti, circa il 4 per mille, e il picco è  lontano due o tre settimane» Un’altra ragione individuata da Carbone è il “rallentamento” delle dimissioni ospedaliere che si verifica, regolarmente, in concomitanza con i periodi festivi. Ma queste condizioni di emergenza gravano un sistema che sconta problematiche croniche: «i posti letto ospedalieri ridotti per i tagli susseguitisi negli anni e senza alcun intervento in favore dell’assistenza territoriale». Il problema non è limitato a Roma. A Torino, all’Ospedale Gradenigo, i passaggi al pronto soccorso sono passati da una media si 130 ai 200 attuali e le attese sono aumentate del 40%. La situazione si ripete all’altro capo della penisola: all’Ospedale Vittorio Emanuele di Catania gli accessi sono aumentati del 20% e le attese per i ricoveri sono di 10-12 ore. Nel frattempo, il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha mobilitato i carabinieri del Nas, perché accertino le reali motivazioni che hanno determinato la sospensione del servizio delle ambulanze romane e stabiliscano se davvero non vi fossero posti letto disponibili.