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Federalismo in sanità, si allarga il fronte del no

Va be ne il federalismo» ha detto De Biasi «ma contemperato con il concetto del solidarismo. Non un regionalismo esasperato». Luca Pani, direttore generale dell’Aifa ha parlato di «paese del tutto in controtendenza con i nostri 21 modelli sanitari regionali» e anche Walter Ricciardi, direttore dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane ha sottolineato come «il decentramento abbia provocato forti divaricazioni tra Regioni» e ha evidenziato una diffusa «catastrofe finanziaria con piani di rientro che hanno visto crescere la pressione fiscale sui cittadini a fronte di un peggioramento dei servizi erogati che li costringe poi ad andare fuori regione in caso di necessità». Ora la palla passa nelle mani del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che in un recente incontro si è dimostrata allineata alle richieste di molti settori della sanittà definendo come la sfida più importante «creare uniformità territoriale, perché la riforma del titolo V ha risposto alle esigenze dei territori, ma in alcuni casi ha determinato anche eccessiva frammentazione. La priorità è quindi quella di costruire una visione di insieme che sappia valorizzare la forza delle comunità locali».