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Vendola: la sanità non sopporta nessun’altra cura dimagrante

essere curato. L’alto-la’ al governo deve essere secco e netto su altri tagli al sistema sanitario. Altro discorso riguarda la spending review di tutta la qualita’ dei flussi di spesa e li’ ognuno deve impegnarsi a dare il meglio”.
Vendola ha anche scritto al ministro Fornero per “conoscere con precisione l’effettiva dotazione finanziaria messa a disposizione della Regione Puglia per gli ammortizzatori sociali in deroga” e per “sollecitare un’assicurazione sulla disponibilità delle risorse e sul loro urgente impegno”. 
“Già il 1° febbraio scorso ebbi modo di segnalarle gli effetti sul fabbisogno di ammortizzatori sociali in deroga determinato dalla crisi economica. Pur avendo registrato a livello regionale nello scorso anno un aumento netto degli occupati, il sistema degli ammortizzatori sociali è posto infatti in una situazione di forte tensione. I dati forniti dall’Inps relativi alla spesa sostenuta dalla nostra Regione nel solo anno 2011 evidenziano infatti un utilizzo massiccio della Cassa Integrazione in deroga, cui si aggiungono, per la mobilità in deroga circa 15 mila richieste di concessione.” “I dati di previsione, quanto al ricorso agli ammortizzatori sociali, per il 2012 non appaiono confortanti. D’altro canto, mai come in questo periodo, l’istituto della Cassa Integrazione sta fungendo da indispensabile ‘ammortizzatore’ di tensioni e drammi sociali che diversamente sarebbero destinati ad esplodere, con imprevedibili conseguenze. Sono queste le ragioni – conclude Vendola – che rendono ormai improcrastinabile conoscere con precisione l’effettiva dotazione finanziaria messa a disposizione della Regione Puglia”.
Anche l’assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, Carlo Lusenti, avverte sui rischi di ulteriori tagli in sanità per la tenuta dell’intero sistema. Bisogna sapere quali sono le conseguenze dei tagli: “Siamo gia’ arrivati a un punto in cui anche chi non ha piu’ ‘grasso’ da tagliare dovra’ tirare forte la cinghia. Se questa e’ la scelta politica, noi sappiamo perfettamente come si fa a metterla in pratica”. 
A questo punto riavviare il tavolo per il Patto della Salute è “paradossale”, aggiunge Lusenti: “Il tavolo era stato avviato prima di Natale 2011 in modo ambizioso: chiudere entro l’anno. In realta’ si e’ gia’ arenato una volta sulla base di una posizione espressa unanimemente dalle Regioni, e cioe’ che il combinato disposto delle manovre 2010 e 2011 e della ‘Salva-Italia’ determina un quadro di insostenibilita’ del sistema. Il Patto della Salute nasce sulla base di uno scambio istituzionale molto chiaro: cessione di sovranita’ in cambio di risorse. Ora le risorse si riducono in un modo cosi’ significativo che le Regioni lo reputano insostenibile per la tenuta del Ssn. A me sembra paradossale che adesso si debba celermente riavviare quel tavolo quando la chiusura della Conferenza Stato-Regioni del 10 maggio fa chiaramente capire che l’intenzione e’ di ridurre ulteriormente di circa 2 miliardi i finanziamenti del Fondo sanitario nazionale”. “Le condizioni per fare un Patto – spiega Lusenti – non c’erano prima e mi sembra che ci siano ancora meno adesso. So che non sottoscrivere il Patto per la Salute significa andare incontro a carenza di risorse e assenza di governo del Ssn. Un quadro molto brutto che pero’ mi sembra difficilmente evitabile”. Si fa quindi di nuovo riferimento all’esito della Conferenza Stato-Regioni del 10 maggio: “Resto perplesso per la situazione che si e’ creata. Una situazione in cui si accelera iscrivendo all’ordine del giorno all’ultimo momento il Riparto sottoscritto e concordato fra le Regioni, in accordo con il ministero della Salute. Da un lato quest’ultimo sostiene la chiusura della trattativa, dall’altro il ministero dell’Economia blocca tutto per prendere tempo necessario a esercitare un ulteriore taglio. Mi sembra un po’ problematico un quadro istituzionale cosi’ male accordato”. Il problema e’ politico, ed e’ ineludibile secondo Lusenti: “a quale sanita’ vogliamo dare a questo Paese? Dove vogliamo arrivare? Quali sono i nostri Paesi di riferimento, Grecia, Portogallo o altri?”.