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Via libera al riordino delle ASP per garantire un futuro ai servizi sociali pubblici

Via libera al riordino delle ASP per garantire un futuro ai servizi sociali pubblici

 

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato nella seduta del 24 luglio la legge regionale che riordina le Aziende dei Servizi alla Persona (ASP), spingendo per la loro unificazione a livello distrettuale.

Con questo intervento di riordino delle forme pubbliche di gestione dei servizi sociali e sociosanitari la Regione ha voluto offrire agli enti locali un’opportunità per mettere in sicurezza i servizi a gestione pubblica. I servizi socio-sanitari che nel territorio regionale sono gestiti dal pubblico registrano in tutta l’Emilia-Romagna problemi di frammentazione, di sostenibilità economica, di sottodimensionamento e di difficoltà nel garantire continuità al personale necessario al funzionamento dei servizi.

Lo ha fatto attraverso una legge che prevede per ogni distretto la fusione delle ASP e l’aggregazione degli altri soggetti gestori di servizi in un’unica forma gestionale pubblica.

La legge si coordina con la legge di riordino degli ambiti associativi dei comuni, facendo coincidere l’ambito territoriale delle ASP con il distretto sociosanitario e con l’ambito associativo dei comuni. L’equiparazione alle aziende speciali consente di superare i limiti previsti per i comuni in relazione alle assunzioni di personale, condizione che non consente oggi alle ASP e ai comuni stessi di rispettare le norme relative all’accreditamento e alle autorizzazioni a svolgere servizi.

La semplificazione della governance, prevista nella legge attraverso la condizione prevalente di un amministratore unico, consente non solo risparmi, ma un rapporto più stretto fra i soci che sono gli enti locali e l’ASP che è il loro strumento di gestione pubblica dei servizi. Questo stretto rapporto consente ai comuni di svolgere quindi le funzioni di programmazione, regolazione e committenza, utilizzando per la gestione un soggetto che ha la medesima dimensione distrettuale.

Anche le norme sul patrimonio, obbligando alla pubblicizzazione di un piano di gestione, consentiranno una gestione trasparente e una valorizzazione del patrimonio rispettosa delle finalità dell’ente. La legge prevede infatti che vengano definiti per categorie e per priorità i beni destinati a fini assistenziali, quelli che vanno messi a reddito e quelli che debbono essere destinati a bisogni abitativi e ad altre attività sociali.